La novella il cui brevissimo stralcio segue in questo post, l’ho scritta nel Natale 2007. Si chiama “Ninfodora arrossisce” e racconta la storia di artista, un illustratore dalla vita molto speciale. E’ pubblicata integralmente su Amazon, all’interno della mia raccolta di racconti: “Il Concerto”.

… Lo travolse la smania di raccogliere il vischio con le sue mani. Aveva voglia di vedere di nuovo quella gente, di pronunciare almeno una parola, un simbolico saluto che esprimesse quanto le sue corde fossero state impedite dalla paura, durante tutta la sua vita, più ancora che da un sopore di malattia. E per la strada gli parve di dire molte cose. Gli sembrò di recitare la prima novella che aveva sceneggiato sulle pareti di quella soffitta; gli sembrò di cantare, accordando improvvisamente quasi cento voci anziché una sola, e la meraviglia era che – finalmente – poteva anche ascoltare. Il suono del ruscello che spazza via la memoria, la sinfonia di un pianoforte che picchia dolcemente un vetro, il battito d’ali dei pipistrelli e quello dei passerotti, il cuore dell’universo intero che corre come gli zoccoli di un cavallo sulla ghiaia, e corre sempre più velocemente, e sempre più lentamente. Sognava che si levasse un suono anche dalle cose che per il resto del mondo sono mute e sorde come lui lo era stato per tutta la vita; sognava che il suo sangue stesso, vermiglio come i petali dolci dei papaveri, emettesse il fruscio di una sorgente e si unisse al coro della città. Tutto il suo corpo voleva suonare. Perciò, s’addormentò felice come quella bambina al suo ultimo sogno, quando si spegne nel freddo umido il suo ultimo fiammifero; ma qui era tutto tiepido, colorato e accogliente, e tutto gli disse addio.