I funerali di Casamonica? Meno italo-meridionali di quel che pensiamo.
Simonetta Caminiti
Pubblicato il settembre 5, 2015
Oggi ho bisogno di divulgare una cosa un po’ diversa dal solito. Solo per tentare di replicare con due battute a chi pensa che i funerali di Casamonica siano un “orgoglio” e una specialità tutti italiani. Siamo (quasi) imbattibili, questo è vero. Ma non siamo soli, ed è giusto rammentarlo a quanti sentenziano che le vergognose esequie del boss a Roma non potessero e non potranno avere luogo che in città come Roma. La Roma capitale del Sud. Questo pezzo di GQ è dell’anno scorso, e ancora i funerali di Casamonica ci sembravano fantascienza.
La morte ti fa gangster: i funerali dei boss della malavita
Dal funerale pop del leggendario Ronnie Biggs, autore della Grande Rapina al treno nel ’63, a quello barocco di Lucky Luciano: l’estetica che consegna i cattivi alla leggenda
Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in gioco. E quando il gioco finisce, il duro lo finisce in grande: per il the enddi Ronnie Biggs – capo leggendario della banda che, nel ’63, firmò la Grande rapina al treno postale Londra Glasgow , deceduto in dicembre a 84 anni – si sono mobilitati perfino gli Hells Angels. Corona funebre: una mano bianca con le due dita in posizione di vittoria. Come dire: la leggenda non muore mica. Anzi, è proprio dopo il trapasso che si consegna definitivamente alla storia.
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01/07 Non è un raduno di motociclisti – Londra, 3 gennaio 2014 – Gli Hell Angels scortano il carro funebre del leggendario Ronnie Biggs, artefice della Grande Rapina al Treno del 1963 (foto Corbis) -
02/07 Il segno della vittoria – La corona funebre di Ronnie Biggs, uno dei ladri più famosi del secolo scorso, deceduto lo scorso dicembre all’età di 84 anni -
03/07 Manca solo Paperino – Cimitero di Chingford, Essex, 1995: perfino le mamme portano i bambini sulla tomba del gangster Ronnie, uno dei due crudeli gemelli Kray attivi tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Erano temutissimi dai rivali, ma molto amati dalla popolazione -
04/07 C’era una volta in America – Chicago, Illinois, 1 gennaio 1925. Al funerale del gangster Angelo Genna: vagoni di fiori, striscioni multicolori e perfino una band. Le strade erano state perfettamente pulite e addobbate il giorno precedente -
05/07 Ditelo con i fiori – Chicago, 15 novembre 1924. Per i funerali di Michele Merlo detto Mike – uno dei più temuti boss d’America – la famiglia commissionò perfino una statua floreale. Il figlio, John, all’epoca aveva tre anni: sarebbe diventato senatore dell’Illinois -
06/07 Bagno di folla – 18 ottobre 1976, Brooklyn: al funerale di Carlo Gambino, criminale di spicco della mafia siciliana USA, più di 150 persone tra parenti, amici, ammiratori. Numerosi i membri di Cosa Nostra -
07/07 Gusto barocco – 29 gennaio 1962, Napoli: il funerale di Luky Luciano – “vice re di New York”, considerato il padre delle moderne organizzazioni criminali – morto a 65 anni per un attacco di cuore. Sono presenti il fratello Bartolo (occhiali neri, soprabito bianco) e numerosi poliziotti della narcotici in borghese
Prendiamo il funerale di Bruce Raynold, complice di Ronnie e ideatore della Grande rapina, scomparso un anno fa: c’erano Ronnie, ovvio,in carrozzella (sempre con le dita della mano in posizione di vittoria), l’attore David Thewlis, il poeta punk John Cooper Clarke, parenti e amici (tanti) tra cui il gangster-scrittore David Courtney in gessato bianco e nero. Qualcuno ostentava al collo catene d’oro con monili a forma di pallottole. Più che un funerale si è celebrata la malavita, con tutti i rituali iconici di cui è permeata.
Non è questa la sede per dire se ciò è bene, è male, è divertente o immorale. Di certo “il gangster” ammalia fin dagli albori del cinema (il primo gangster movie della storia è Il castigo di Josef von Sternberg, del 1927. E già induce a simpatizzare col “cattivo”). Viceversa: fin dagli inizi la criminalità organizzata si è data un codice estetico preciso, assai vicino a quello cinematografico. Un circolo vizioso che ha spostato per sempre l’immaginario collettivo.
Il the end, quindi, è fondamentale: Enrico De Pedis, boss de la Banda della Magliana, è riuscito a farsi tumulare nella cripta nella basilica di Sant’Apollinare, a Roma, insieme al compositore barocco Giacomo Carissimi e a Monsignor Antonio Palombi, crocifero di Pio VI. Sul mausoleo di Al Capone nel Mount Cemetery di Hillside i (molti) turisti continuano a lasciare bottiglie di whisky e ricordini. Quanto alle altre star della malavita come Lucky Luciano, Angelo Genna o Carlo Gambino: non c’è descrizione che valga l’ultimo fotogramma della loro presenza terrena.