Insomma, a casa mia sono arrivate 20 copie del mio romanzo.

P.S. il mio servizio su F è scivolato alla prossima settimana. Ma per oggi direi che siamo contenti così…

Scrivere. Scrivere è una faccenda curiosa.

Come la maggior parte di chi oggi, a 30’anni, scrive per professione, anch’io, a otto anni, graffiavo d’inchiostro e vita le pagine dei miei quaderni, sempre alla ricerca di storie che sbalordissero e riempissero anzitutto me. Capirai, la scoperta della macchina da scrivere. L’armonia dei caratteri allineati come soldatini, senza sbavature, neri come l’origine e la fine di tutte le cose. Ma avevo cento quaderni per cento prologhi diversi; una ventina di pagine al massimo, poi non si andava più avanti. La storia si era compiuta nella mia fantasia, e non aveva più senso confezionarla per il mondo. Ma non mi sono mai arresa al desiderio di scrivere un romanzo compiuto. O, perché no, una sceneggiatura. Purché fosse una storia e fosse uscita dal mio cuore, scalpellata con una tecnica che col tempo, per forza di cose, si faceva sempre più personale.

Confesso che alla narrativa pura – dopo una lunga stagione di confusi esperimenti – mi ha restituita l’università. La lettura di romanzi nei quali mi sono persa: turbinii di descrizioni, dialoghi, vita racchiusa tra piccole onde di carta di bianca. Mi hanno fatto venire voglia di tornare al mio grande amore per la parola, oltre che a quello per le storie. Ed è così che ho sfornato il mio primo romanzo di formazione: dopo una gestazione di sette anni.

Adesso? Un libro a quattro mani con un collega del Giornale, in consegna tra qualche mese. E poi un’antologia di racconti accompagnati da un set fotografico esclusivo (dunque una collaborazione con un mio caro amico, artista delle immagini): e due romanzi. Non so come farò a non scoppiare. Ma ci proverò. Perché il brivido di emozionare qualcuno, fosse pure uno solo, coi respiri dei miei personaggi… val la pena, vale l’attesa, vale la sensazione di soffocare nella folla che hai nel cuore. La ragione per cui uno scrittore, lo so, non sarà mai solo.

simomammole