Il mio pezzo di oggi “per” (e non “su”) Il Giornale
Simonetta Caminiti
Pubblicato il giugno 22, 2016
La redazione mi aveva commissionato queste 65 righe sugli esami di maturità. Ma il mio pezzo è saltato per ospitare in pagina un servizio che davvero vi consiglio di leggere (anche se non è mio), sempre in zona maturità. Però, ecco, qui dalle mie parti non si butta via niente… 🙂

Maturi, come ogni anno, tra saette previse e sorprese più spiazzanti. Che così spiazzanti, quest’anno, non sono sembrate quasi a nessuno: almeno a detta degli studenti che ieri mattina si sono confrontati con la prima prova degli esami di maturità. 500mila ragazzi, perlopiù neo-maggiorenni, a contatto col primo esame della vita, quello che ricorre nei sogni anche a distanza di decenni, quello che comincia con la stesura di un tema di italiano: una traccia a scelta tra quella artistica, quella di Storia, l’analisi di un testo di letteratura, il saggio breve o l’articolo di giornale su un argomento di attualità, il tema socio-economico, quello tecnico-scientifico.
E la maggioranza dei ragazzi ha deciso di svolgere la traccia sull’arte, incentrata sul «valore del paesaggio» e scortata da una citazione di Vittorio Sgarbi. Quella sulla cui strada, in qualche modo, la ministra Stefania Giannini aveva cercato di incanalare i maturandi con un indizio: alla domanda dell’intervistatore, che in video-chat le aveva chiesto di imbeccare gli studenti con un piccolo suggerimento, magari «un colore», alla vigilia della prima prova Giannini aveva risposto: «Verde. Il colore verde».
Secondo le analisi del sito Scuola.Zoo, la numero due tra le tracce più scelte è stata quella di Storia, in cui ai ragazzi è stato richiesto di sviluppare il referendum del 1946, proprio quest’anno che ricorrono i primi settant’anni dall’estensione del suffragio alle donne. Altro argomento rivoltato come un calzino da tv, giornali e social media e celebrato poche settimane fa. Al terzo posto, invece, almeno secondo questi primi riscontri, il saggio breve basato sul rapporto padre-figlio nella letteratura e nell’arte. Le fonti a disposizione dei ragazzi per questa prova sono state, tra le altre, «Lettera al padre» di Franz Kafka, «Mio padre è stato per me l’assassino» di Umberto Saba, «Con gli occhi chiusi» di Federico Tozzi e «Il figliol prodigo» di Giorgio De Chirico. Anche il tema di letteratura – in particolare, sulle «funzioni della letteratura» – era nella rosa delle più diffuse aspettative: ha riguardato infatti un brano di Umberto Eco, a pochi mesi dalla sua scomparsa. Una riflessione sui «confini» è stata invece il cardine della prova di attualità, che ha richiesto di partire da un testo di Piero Zanini; poi il prodotto interno lordo, la produzione quale ricchezza, appoggiata a un famigerato discorso di Bob Kennedy, per l’elaborato socio-economico. E, in zona tecnico-scientifica, un saggio breve dal titolo «l’uomo e l’avventura dello spazio», coi riferimenti alle storie di due astronauti italiani come Umberto Guidoni e Samantha Cristoforetti.
«Il filo conduttore sono i valori e l’identità» ha commentato la ministra Giannini, che ha scelto le tracce di ieri in mezzo a varie proposte. Quale delle prove avrebbe scelto la ministra, se fosse stata tra i maturandi quest’anno? «L’analisi del testo di Umberto Eco», dice.
Più sorpresi, gli studenti, proprio sulla prova che svetta in classifica delle più affrontate ieri, ovvero quella sul valore dei paesaggi: l’elaborato sull’arte con l’estratto di un discorso di Vittorio Sgarbi, in particolare sul rilevo del legame che intercorre tra il paesaggio e le vicissitudini della storia e della cultura di chi lo ha abitato.
Puntuale la chiosa del premier Matteo Renzi, che ha twittato come le tracce della prima prova gli siano sembrate «belle, ricche di spunti»; e il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha espresso, sempre via social, un plauso per il tema dei confini: «Forse i professori di sinistra – ha twittato Salvini – non avrebbero apprezzato» il suo punto di vista se fosse stato tra i banchi ieri. Solo un ricordo la vecchia busta di carta colma delle tracce in stampa e migrata dalle stanze del ministero: ieri, come l’anno scorso, l’invio della «missiva» è avvenuto per via telematica, e l’apertura, nei computer delle scuole, ha richiesto la notifica di una password. Il batticuore, quello sì, resta ancora la costante più trasversale e immune ai nuovi media.