La redazione mi aveva commissionato queste 65 righe sugli esami di maturità. Ma il mio pezzo è saltato per ospitare in pagina un servizio che davvero vi consiglio di leggere (anche se non è mio), sempre in zona maturità. Però, ecco, qui dalle mie parti non si butta via niente… 🙂

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Maturi, come ogni anno, tra saette previse e sorprese più spiazzanti. Che così spiazzanti, quest’anno, non sono sembrate quasi a nessuno: almeno a detta degli studenti che ieri mattina si sono confrontati con la prima prova degli esami di maturità. 500mila ragazzi, perlopiù neo-maggiorenni, a contatto col primo esame della vita, quello che ricorre nei sogni anche a distanza di decenni, quello che comincia con la stesura di un tema di italiano: una traccia a scelta tra quella artistica, quella di Storia, l’analisi di un testo di letteratura, il saggio breve o l’articolo di giornale su un argomento di attualità, il tema socio-economico, quello tecnico-scientifico.

E la maggioranza dei ragazzi ha deciso di svolgere la traccia sull’arte, incentrata sul «valore del paesaggio» e scortata da una citazione di Vittorio Sgarbi. Quella sulla cui strada, in qualche modo, la ministra Stefania Giannini aveva cercato di incanalare i maturandi con un indizio: alla domanda dell’intervistatore, che in video-chat le aveva chiesto di imbeccare gli studenti con un piccolo suggerimento, magari «un colore», alla vigilia della prima prova Giannini aveva risposto: «Verde. Il colore verde».

Secondo le analisi del sito Scuola.Zoo, la numero due tra le tracce più scelte è stata quella di Storia, in cui ai ragazzi è stato richiesto di sviluppare il referendum del 1946, proprio quest’anno che ricorrono i primi settant’anni dall’estensione del suffragio alle donne. Altro argomento rivoltato come un calzino da tv, giornali e social media e celebrato poche settimane fa. Al terzo posto, invece, almeno secondo questi primi riscontri, il saggio breve basato sul rapporto padre-figlio nella letteratura e nell’arte. Le fonti a disposizione dei ragazzi per questa prova sono state, tra le altre, «Lettera al padre» di Franz Kafka, «Mio padre è stato per me l’assassino» di Umberto Saba, «Con gli occhi chiusi» di Federico Tozzi e «Il figliol prodigo» di Giorgio De Chirico. Anche il tema di letteratura – in particolare, sulle «funzioni della letteratura» – era nella rosa delle più diffuse aspettative: ha riguardato infatti un brano di Umberto Eco, a pochi mesi dalla sua scomparsa. Una riflessione sui «confini» è stata invece il cardine della prova di attualità, che ha richiesto di partire da un testo di Piero Zanini; poi il prodotto interno lordo, la produzione quale ricchezza, appoggiata a un famigerato discorso di Bob Kennedy, per l’elaborato socio-economico. E, in zona tecnico-scientifica, un saggio breve dal titolo «l’uomo e l’avventura dello spazio», coi riferimenti alle storie di due astronauti italiani come Umberto Guidoni e Samantha Cristoforetti.

«Il filo conduttore sono i valori e l’identità»  ha commentato la ministra Giannini, che ha scelto le tracce di ieri in mezzo a varie proposte. Quale delle prove avrebbe scelto la ministra, se fosse stata tra i maturandi quest’anno? «L’analisi del testo di Umberto Eco», dice.

Più sorpresi, gli studenti, proprio sulla prova che svetta in classifica delle più affrontate ieri, ovvero quella sul valore dei paesaggi: l’elaborato sull’arte con l’estratto di un discorso di Vittorio Sgarbi, in particolare sul rilevo del legame che intercorre tra il paesaggio e le vicissitudini della storia e della cultura di chi lo ha abitato.

Puntuale la chiosa del premier Matteo Renzi, che ha twittato come le tracce della prima prova gli siano sembrate  «belle, ricche di spunti»; e il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha espresso, sempre via social, un plauso per il tema dei confini: «Forse i professori di sinistra – ha twittato Salvini – non avrebbero apprezzato» il suo punto di vista se fosse stato tra i banchi ieri. Solo un ricordo la vecchia busta di carta colma delle tracce in stampa e migrata dalle stanze del ministero: ieri, come l’anno scorso, l’invio della «missiva» è avvenuto per via telematica, e l’apertura, nei computer delle scuole, ha richiesto la notifica di una password. Il batticuore, quello sì, resta ancora la costante più trasversale e immune ai nuovi media.