Queste sono due poesie che ho scritto tra l’estate del 2008 e l’inverno del 2009, a Bologna.
Neve
Alberi. Rovelli di nervi scuri
Si fasciano dolci
D’argento.
Automobili. Lumache che dormono,
Avvolte
D’altissima spuma.
È un freddo tappeto
Che logora passi d’addio.
La bianca baia
Di bianche finestre.
Come occhi pigri su un ponte
Di mute tempeste.
Roccia di stella
Sono conchiglia,
Schiusa e febbrile nel dolce
Ricamo di riva.
Sono una bocca che dice misteri
Di spuma e diamanti.
Sono un gomitolo,
Carne zuccherina
Nel rombo incostante
Del suo solo sangue.
Sono rintocco di un tempo
Che non reca a meta.
E tu sei irrorato di bosco,
Il tuo capo è una luna,
Arrogante.
La tua voce è un’ascia di guerra
Ma, alla sua acme,
È roccia di stella.
T’abbraccia il mio solo sorriso.
T’attendo, d’attesa infinita.
M’illudo e t’illudo.
Sorrido e ancora
Sorrido.

Autoritratto dello scorso agosto