Riporto l’intervista di Barbara Monticelli sul suo nuovo sito “Le confidenze di un’arpia”. Grazie ❤ 

INTERVISTA A SIMONETTA CAMINITI: “IL MIO SOGNO PIU’ GRANDE? NON RIMPIANGERE NULLA”

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Autrice che ho recensito e che apprezzo moltissimo. Ospite del mio ultimo post prima della Pasqua. Le sue storie sono particolari per non avere una trama e un intreccio molto ricchi, ma strutture raffinate con piccoli colpi di scena soprattutto di impianto psicologico. Simonetta Caminiti oggi è una scrittrice tradotta anche in inglese (il suo romanzo “Gli arpeggi delle mammole” è stato pubblicato per il pubblico internazionale col titolo “According to Eve”) che vive di giornalismo. Scrive per Il Giornale e diversi periodici di Cairo e Mondadori, ha lavorato in video per prestigiose maratone di spettacolo e costume su Il Giornale e si è occupata di costume e cronaca per alcune tv. Ecco perché la mia prima curiosità riguarda proprio il suo essere giornalista…

Quali sono stati i tuoi esordi nella carta stampata?

“Avevo 24 anni, studiavo lingue ed ero (da sempre) appassionatissima di letteratura. Ho sempre scritto, ma cominciavo a sentire la necessità di condividere quello che producevo. Un giorno, grazie a mio padre, mi capitò in mano una rivista  distribuitasoprattutto in Calabria. Si chiamava “InScena magazine” ed era l’inserto di spettacoli e cultura della Gazzetta del Sud. Mi proposi agli editori per una piccola rubrica di recensioni di libri. Il mio primo pezzo fu la recensione del libro ‘L’erba canta’ di Doris Lessing. Continuai coi libri per un po’ di tempo; poi, dopo pochi mesi, seguii il primo evento come giornalista vera e propria. Era un festival del doppiaggio ed io ero emozionatissima. Uno stupore che mi manca tanto…”

La tua soddisfazione più grande come giornalista?

“Le interviste a Shirin Ebadi (premio Nobel per la pace) e a Giuseppe Tornatore (premio Oscar!) di sicuro mi hanno dato gioia. Ma non posso negare che la mia commozione maggiore sia stata un editoriale di Vittorio Feltri all’inizio del 2014: ‘La nostra ottima Simonetta Caminiti ha ben descritto…’, cominciava così. È stato un grande incoraggiamento per il mio lavoro e per i miei sogni.”

Quando hai capito che la scrittura è così importante per te?

“A otto anni scrivevo poesie e incipit di romanzi colossali che lasciavo incompleti dopo le prime dieci pagine… Ma ho sempre saputo che la mia vita era questo. Che non mi sarei mai allontanata dal mondo delle parole e delle storie”.

Ci sono dei modelli a cui ti ispiri come scrittrice?

“Modelli cui mi ispiro non saprei. Ma ci sono degli idoli, delle donne che secondo me hanno cambiato la letteratura, e che in qualche modo considero come sirene il cui canto mi ha attratto verso la scrittura. In particolare Anaïs Nin e Marguerite Yourcenar. A proposito della Nin, che è anche una sorta di cammeo post-mortem nel mio romanzo ‘Gli arpeggi delle mammole’ io trovo che abbia fatto qualcosa di estremamente coraggioso e rivoluzionario. Fare della narrativa erotica un mondo di pari dignità letteraria con molti altri generi. La poesia e lo spessore dei suoi scritti sono il battistrada di qualunque autrice abbia poi voluto tentare la stessa esperienza”.

Cos’altro ami fare nel tuo tempo libero?

“Cucinare, disegnare, viaggiare quando posso. Guardare bei film.”

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Sogni per lo più legati alla scrittura. Continuare a pubblicare cose in cui mi riconosco. Ma non solo. Il più grande sogno nel cassetto è sentirmi in armonia con me stessa e con la vita che ho scelto: un percorso che sto attraversando, e che non per tutti è la cosa più semplice… Aprire gli occhi e non rimpiangere nulla”.