Non a caso sono battuti con maestria, ironia e dolcezza, ambienti quali le parrocchie, le “società benefiche” (perfino il “dannato” Filippo si ritroverà a lavorare in tali ambienti, ma per missione e ideali reali). E non a caso c’è una coprotagonista di colore, la sorella adottiva di Diana, Khady, che è il suo opposto perché vive serenamente le gioie carnali ma ha un sottomondo fatto di ferite e innocenza anche superiori a quelle della protagonista.

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LIBRI – “Diana, 1999”, la graphic novel e la leggerezza di chi vola