«Parola di Boy Scout». Abbiamo imparato a ripetere questo piccolo mantra, suggello di promesse, garanzie di fedeltà, forse soprattutto grazie ai film americani. È un paradosso che l’istituzione più antica dell’Occidente, in materia di comunità dell’infanzia, proprio negli Stati Uniti abbia dichiarato la bancarotta, e per ragioni così forti. The Boy Scouts of America ha presentato istanza di fallimento dopo le numerose cause legali per accuse di abusi sessuali, che vanno avanti da decenni. La storica organizzazione di volontariato, in piedi nel 1910 e nata in Inghilterra, accusa il doppio colpo: era stato sensibilissimo, infatti, il calo di adesioni nonostante gli sforzi per attirare nuove leve aprendosi a omosessuali e donne. Nell’arco di sei anni (dalla fine del 2012 alle fine del 2018) i Boy scout in America avevano già visto crollare del 13% le proprie adesioni, perdendo, con la Chiesa dei Mormoni, la principale fonte di supporto e finanziamento, dopo l’annuncio dell’ingresso di transgender nella comunità scout.

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