Mais si je t’aime, si je t’aime; Prends garde à toi!
Simonetta Caminiti
Pubblicato il marzo 16, 2020
Mais si je t’aime, si je t’aime; Prends garde à toi!
Io continuo a pensare che proteggere un po’ il nostro “altrove”, in queste giornate di allarmantissimi bollettini, emergenza stringente, promesse appese a un coraggioso, solitario, condiviso e sottile presente, sia come non mai urgenza nell’urgenza.
Il mio “altrove” è mio padre. Il suo genio discreto e umile, la sua calda risata, i suoi occhi d’oro punteggiato di smeraldo, malinconia e contagiosa vitalità insieme. I miei baci sulla sua testa di ricci fini, mentre sorseggiava un bicchiere piccolo piccolo di vino rosso in quelli che non sapeva sarebbero stati i suoi ultimi giorni nel mondo, nella natura. Il suo amore per noi figlie, un amore sconfinato che mi ha insegnato chi sono veramente.
Un grazie che non finisce mai, ancora, ad Alex Di Viesti per questo altro regalo: la “foto” mai scattata, l’immagine sospesa tra sogno e ricordo nelle mie radici di bimba. La gioia tra le braccia di Pino, il mio papà, sul lungomare della sua, la nostra Reggio.
Il sottofondo de “La Carmen” di Bizet: quell’amore ribelle che è stato il mio, era il brano che, su vinile, papà lasciava librarsi nel suo studio, e poi mi sollevava e danzavamo insieme. Una profezia che riconoscevo senza decifrare il testo: “Pa’, la Carmen!” gridavo gioiosa, invocandolo. “Attento a te, se io ti amo!” dice il testo. E lui felice. Lui felice.
Tre giorni ancora e sarà il suo onomastico, la festa che tutti i figli trascorreranno quest’anno pregando e sperando che la pandemia preservi la salute dei loro padri.
Che fortuna, Papà, essere per sempre figlia tua…