Certo è che chi non perdona vive consumato dal rancore e il rancore è un castigo che infliggiamo più a noi stessi che a chi ci ha feriti; il confine tra la difesa dignitosa del proprio mondo affettivo e l’orgoglio autolesionista è sottile: una buona traccia, il barlume di uno spartiacque potrebbe essere proprio il dettame di mio padre, penso. “Intanto, il perdono, si concede a chi lo chiede”. A chi cerca il confronto, a chi domanda di obliterarlo, perché no: ma perlomeno mette in discussione se stesso.

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Sempre a proposito di consigli di lettura, ho risposto a Cristina Migliaccio, giornalista e blogger, per la sua rubrica. Il link:

#IoLeggoACasa, la rubrica dei consigli di lettura: la top 3 di Simonetta Caminiti