“La sirenetta” rivisitata da Marguerite Yourcenar (per il teatro).

Io abdicherò alla mia Libertà perché non esiste Libertà in questa prigione in cui chi amo è solo un’ombra che sarò sempre destinata a sognare, pensa la Sirenetta. Potrei morire, ma ne sarà valsa la pena. E invece, ecco. Ecco come l’essere tanto diversi può condurre alla catastrofe. E per di più a una beffarda catastrofe che è unilaterale perché uno dei due, l’ignaro, l’inconsapevole, senza troppo rimorso sceglierà il suo equilibrio noto e felice. Al massimo, se col pensiero e la memoria, vorrà concedersi un’evasione, gli basterà dare un’occhiata alla superficie di cristallo di quel mare in cui, tanto tempo fa, per un istante, era stato vivo. Per la prima e unica volta che riesca a ricordare.

 

UNA HIT/UN LIBRO DI QUESTA SETTIMANA.