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Questo è il BLOG (non il sito, che sarà online a tempo debito) della mia casa editrice. A parte i due distributori nazionali de “Le trame di Circe” (uno per il cartaceo e uno per l’e-book) e a parte le lungaggini che possono ricorrere, specialmente alle prime uscite, nella reperibilità dei testi online, mi sono attivata perché la mia casa editrice abbia un negozio tutto suo su Amazon.
Mi sono convinta di questa necessità quando ho compreso che, in tutta Italia (e ciò è comprensibile), in molti non se la sentiranno di fare grandi spostamenti per raggiungere punti vendita fisici di libri o quant’altro.
Il secondo anniversario dalla scomparsa di mio padre è stato giusto cinque giorni fa, di sabato.
Mio padre che spesso inscenava “siparietti” lasciandomi senza fiato per le risate, mimando le mie piccole “eccentricità”, le mie abitudini un po’ fuori dall’ordinario. Lui che, invece, mentre gli comunicavo che certi suoi testi erano consultati ad Harvard e Princeton, era già in pensione e teneva di più a insegnare poesia nelle carceri che non a verificare quanto fosse indicizzata la presenza dei suoi volumi in quelle biblioteche. Lui che, occhi di un nocciola intenso, specchiante come un lago e trafitto di striature verde smeraldo, penetranti e mutevoli come quelli di nessun altro che abbia mai conosciuto in vita mia, a volte aveva lo sguardo fisso e perso sul soffitto: “A cosa stai pensando, Papà?”. “A Orazio”, la risposta più spiazzante che, ancora ragazzina, gli ho sentito pronunciare in uno di quei momenti…
In Ritorneranno, il libro postumo per il quale “Le trame di Circe” è nata più presto di quanto prevedessi, c’è un Orazio tradotto come solo un poeta innamorato e impregnato fino alle ossa del poeta latino poteva interpretarlo. E c’è tanto di più.

Domando scusa, e lo faccio col sorriso se, figlia innamoratissima e ostinatissima nel suo amore, spesso parlo di Pino Caminiti anche qui. Nel mio giardino. Ma chiunque al mio posto avrebbe la stima lucida che ne avrò io per sempre; chiunque, il mio stesso sentimento di responsabilità e gratitudine.

E così, in data 15 ottobre, ho dedicato versi miei a questo dolce e straordinario Papà...

D’amore e d’argento

i miei baci per te,

padre,

sui capelli e le tempie,

sulle gote di fine magnolia.

La tua voce infinita,

La voce di grotta,

di culla, di strade e parole,

la voce interrotta

in un gemito dolce

d’addio.

Il suono mite di un dio,

il sorriso nascosto,

le nocche incrinate

in un gesto scomposto,

ora danza, ironia,

ora pena, poesia.

Il mio mondo sei,

padre,

cui mai dissi addio,

e nel fondo presente,

ti cullo e ti porto,

nel mio Sempre,

padre mio.

Simonetta15 ottobre 2020