...Quel ritratto senza colore nel quale ogni muscolo confessava il disperato patto con la vita dell’anziano signore, la solitudine dolce e irrequieta che abitava le iridi, le palpebre quasi arrese, un accenno di sorriso; le belle mani colme di solchi e di rilievi come nervose mappe che indicano centinaia di strade.

Bozza di stampa meravigliosa della mia Ninfodora.
E dunque, un soddisfatto saluto in penombra…

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