Se non fossi stata (e non fossi) un’autrice, una grafomane, una persona affetta da “incontinenza di storie”, e se non lo fossi stata in vesti svariate e sempre stimolanti, oggi non sarei nemmeno un tenace editore.

Quindi, il 21 novembre, invito chi mi legge ad acquistare il quattordicesimo titolo de “Le trame di Circe”: Il barista francese di Dario Spampinato, romanzo tascabile, così unico che non mi piace lasciarlo ricadere nella grande scatola del “fantasy”. È una fiaba bifronte, una visione mistica e dolcemente (e aspramente) poetica della giustizia suprema. Un omaggio trasversale e tutto da scoprire alle arti, al loro potere sconfinato…

Tornando invece al mio mondo di autrice… Be’ è innegabile che da due anni a questa parte –  laddove prima il lavoro a tempo pieno era quello di giornalista – la mia scrittura e composizione di testi creativi accusi un bel po’ di sopraffiato perché il mio marchio editoriale richiede tempo ed energie su testi altrui. E non solo su questi.
Però, e qui l’ho scritto spesso, ho due romanzi inediti nel cassetto, incompleti e a buon punto, ai quali mi dedicherò con dedizione il prossimo anno, di sicuro. Due “manufatti” così diversi e così legati da “fratellanza” e impronta digitale comune, da non poter non confessare tutto il mio desiderio di raccontare (anche in stili apparentemente opposti) lo stesso, identico mondo.
E anche al mio “cassetto” oggi abbiamo fatto un accenno.
Veniamo a quel “chi non muore si rivede” che invece qualcuno prenderà – e ciò mi diverte – per una mia ossessione, simile a quella che tanti secondogeniti imputano a mamma e papà verso il fratello o la sorella maggiore. Diana, la protagonista del mio primo romanzo. La mia “primogenita” (e comunque, per adesso, la protagonista dell’unico romanzo che io abbia mai dato alle stampe; gli altri volumetti editi non sono romanzi, fino ad oggi).
https://simonettacaminiti.com/lamore-secondo-eva-il-mio-romanzo/

Qui si vedrà qualcosina di tale breve mio romanzo, uscito in tre edizioni e con tre titoli diversi. Il Bacio, con Words Edizioni, l’ultimo. Romanzo di formazione scritto quand’ero giovane, facevo base a Roma ma saltellavo tra metropoli diverse (Bologna e Milano, tra tutte). Anni lontani, anni eterni. “Il bacio” che la vita dà a una ragazza che niente fa e di tutto si pente, la storia di questo romanzo scarnificata… o forse tradotta in poche, autoironiche parole. Oltre alla “filologia” editoriale della mia operina, qui si troverà anche un video dedicato al graphic novel che ne fu tratto nel 2019, con le sue migrazioni sugli scaffali delle librerie e una rassegna stampa deliziosa. Sceneggiato da me e disegnato da Letizia Cadonici, è il graphic novel che mi ha convinta a fare l’editrice e mi ha regalato l’emozione incontenibile di sapere che una casa cinematografica (da me amatissima, peraltro, e che, a enunciare qualche film o serie tv che ha dato al mondo, tutti ci accorgiamo di conoscere) lo aveva voluto sua sponte tra le proprie scrivanie.
Ebbene.

Ci risiamo. Diana cambia pelle per l’ennesima volta. Nel caso del romanzo in prosa, in una versione semplicemente più bella della prima, sempre a cura di Words Edizioni e con titolo immutato (Il Bacio). Nel caso del graphic novel, io, Letizia Cadonici e Valeria Panzironi (che ha colorato con stile pittorico e ha curato l’inserimento dei balloon: anche quest’ultima, una forma d’arte che non tutti conoscono…) abbiamo pensato di restaurare la versione a fumetti in molti aspetti. Narratologici, registici, di sceneggiatura e storia, in alcuni tratti. E sì, perfino qualche zona dei disegni funzionale a quello che desideravo per l’edizione (che sarà in formato 21×26… piuttosto grande!) per “Le trame di Circe”.

Sweet Eleanor 1999 sarà in commercio dal prossimo 29 novembre.

Qui, c’è il micro-film che realizzammo, con le voci italiane di tanto bellissimo cinema, nel 2019: rivisitato anche questo e, stavolta, sulle note al violino di Happiness is a butterfly di Lana Del Rey. N.B. Micro-film, teaser lungo per gli appassionati del settore: non il ben più breve booktrailer congegnato per i social.

Consegne nuove, speriamo definitive… Perché la perfezione non appartiene a nessuno (figuriamoci a me!), ma la perfettibilità è un richiamo irresistibile per “smanacciare” l’argilla fino a quando non diventa il più simile possibile a quello che hai nella testa e nel cuore solo tu. E questo, purtroppo o per fortuna, adoro farlo.